lunedì 16 luglio 2007

LAVORO

Ho spesso la sensazione che la mia idea sulle qualità di un bravo professionista sia spesso diversa, anche in maniera sostanziale, da quella che hanno molte persone con cui lavoro.

Ecco alcune di queste diverse interpretazioni:
COMPETENZA
secondo altri: cercare di dimostrare a quelli che lavorano con te che gli altri non sono capaci di fare quello che sai fare tu
secondo me: riconoscere e usare le proprie capacità, conoscenze e limiti per realizzare nel modo migliore il lavoro che sono stato incaricato di portare a termine

PROFESSIONALITA'
secondo altri: mostrarsi capace in qualsiasi situazione, senza mai dare a vedere che le tue conoscenze non sono sempre sufficienti
secondo me: gestire le situazioni lavorative complesse, attingendo alle proprie conoscenze e, laddove fossero insufficienti, chiedendo aiuto agli altri

CAPACITA' DI LEADERSHIP
secondo altri: terrorizzare gli altri con il potere
secondo me: essere riconosciuto per le proprie capacità dagli altri e lasciare esempi da imitare

lunedì 9 luglio 2007

LA BILANCIA.

Qualche volta mi viene da pensare che ci siamo conquistati una libertà al prezzo di un'altra.

La libertà di andare più veloci, per rimanere imbottigliati nel traffico per ore.
La libertà di calcolare numeri alla velocità di MFLOP (milioni di operazioni in virgola mobile al secondo), per dimenticare il procedimento della radice quadrata.
La libertà di telefonare a chiunque in qualsiasi momento per beccarci un tumore al cervello.
La libertà di poter spendere di più rimanendo schiavi del nostro stesso lavoro.
La libertà di vedere quello che vogliamo per non essere più ascoltati con attenzione.
La libertà di fare quello che vogliamo per non essere più capaci di sopportare nessuno.

Sono state forse le cose a renderci schiavi? No davvero!
È solo che siamo tutti fatti come una bilancia a due bracci, una stadèra. Metti un peso su un piatto e l'altro braccio si alza... Se vuoi sapere quanto hai messo sul piatto, devi mettere un peso sull'altro braccio.
Forse che stiamo mettendo tutto su un piatto solo, e così non sappiamo più darci 'na regolata, come si dice a Roma?

venerdì 6 luglio 2007

A TRE METRI.
Il nemico, a trecento metri di distanza, è un bersaglio. A tre metri è un uomo.

Leggendo un giornale, seduto ad una panchina, mi sono imbattuto in questa frase, con cui un regista concludeva un suo film.
Mi dice molto, questa frase. È la distanza, misurata in metri o in sentimenti - non importa - a fare degli altri degli amici o dei nemici.